Con un’asta a tempo chiusasi lunedi 4 ottobre Sotheby’s ha proposto a Milano un gran numero di edizioni incunabole, un vero regalo per tutti i bibliofili. Molti volumi sono miniati e decorati con motivi geometrici o floreali, alle volte con le armi del proprietario e spesso impreziositi dalla propria legatura d’origine.
Tra gli incunaboli, la maggior parte dei quali provenienti da botteghe italiane (spesso di stampatori d’Oltralpe), annoveriamo le Storie romane di Tito Livio pubblicate a Venezia da Vindelino de Spira nel 1470, l’anno successivo della editio princeps del 1469 di Sweynheym e Pannartz, Roma. Il libro, valutato 30-40.000 euro, é andato tuttavia invenduto, forse a causa delle pagine mancanti e delle estese riparazioni alla legatura.
Bellissimo il volume in legatura coeva di vitello su assi di legno delle Storie fiorentine (in italiano) di Leonardo Bruni e Poggio Bracciolini pubblicato nel 1476 a Venezia ma destinato ad essere venduto a Firenze e ai fiorentini all’ « estero » come si evince dal diario del mercante veneziano Girolamo Strozzi che commissiono’ la traduzione dal latino in volgare. Questa volta l’aggiudicazione (€ 35.000) ha superato la stima massima degli esperti.
Numerose le Àncore aldine che emergono dal catalogo per la gioia dei collezionisti. Tra le opere stampate da Aldo Manuzio, suo figlio e il genero Torresano sia in latino che in greco si menzioni una rara copia del trattato di Scipione Forteguerri sulla superiorità del greco sul latino ( € 18.900). La stampa in greco è rappresentata anche dalle opere prodotte da Alopa, Estienne e Bodoni, così come una prima edizione del dizionario greco-latino di Lascaris del 1478.
Oltre a stampatori ed eruditi di fine Quattrocento le numerose opere illustrate del secolo XVI offrono altrettante ragioni per « inebriarsi » : dalle eleganti lettere di San Girolamo stampate a Ferrara nel 1484 alle opere popolari più umili come l’opuscolo senese stampato per il Palio del 1546. Il pellegrinaggio di Niccolò da Poggibonsi in Terra Santa si articola in due belle edizioni, la prima del 1500 e la più piccola ma rara edizione del 1529, entrambe con illustrazioni topografiche. Ci sono anche numerosi testi devozionali illustrati, da un libro d’ore parigino al Rosariae Preces di Scalvo (1569).
Le opere scientifiche comprendono una seconda edizione della summa aritmetica di Pacioli (€ 21.500), il trattato astronomico di Guido Bonati in una bella rilegatura contemporanea (€ 22.700), e l’epitome di Tolomeo del Regiomontano ( € 75.000), accompagnate da numerose opere militari sulle fortificazioni. Le opere di storia naturale includono l’erbario di Mattioli e il Kreuterbuch di Bock, e i viaggi sono rappresentati da La Pérouse, Zárate e Nicolas de Nicolay.
Venendo alle considerazioni sul mercato comincerei dal fatto che molti incunaboli siano andati invenduti. Su 78 copie 22 non hanno trovato una nuova biblioteca, probabilmente per il prezzo di partenza troppo alto, di un soldo inferiori alla stima minima. Begli incunabula miniati e con splendide legature d’epoca sono cosi rimasti a disposizione per i collezionisti, forse per la prossima asta benché non sia nella pratica delle grandi Case d’asta britanniche riproprre volumi rimasti invenduti nelle tornate successive.
Tra gli eccellenti invenduti figurano opere in magnifiche legature coeve (Lancelot du Lac 1494, Petrarca 1475), prime ed importanti edizioni illustrate (Atlante del Bleau, Viaggio da Venezia alla santa Gerusalemme di Niccolo’ Poggibonsi, 1500) o opere ricercatissime come la Storia dei Popoli Settentrionali di Olaus Magnus.
I successi sembrano premiare almeno due categorie di opere, senza menzionare gli evergreen come la Summa de Arithmetica di Pacioli, 1523 (2°ed., € 21.500), la Commedia di Dante (2° ed. Stagnino 1520, € 8.800), e il Principe di Macchiavelli, 1539 (€ 10.500).
Le opere greche ed in greco hanno sollecitato il desiderio di bibliofili, investitori e appassionati triplicando le stime piὺ previsibili. Quando i caratteri greci e la mise en page sono quelli di Manuzio gli interessati si danno battaglia per la brama di possedere libri tanto belli ed emblematici, pietre miliari di una rivoluzione vecchia ormai di cinque secoli chiamata Stampa.
Composto nel X secolo il Lexicun grecum viene ritrovato, studiato e stampato, qui per la prima volta per opera di un erudito greco emigrato in Italia, Chalcondylas (1423-1511), che insegno’ a eminenti umanisti nell’Italia rinascimentale. Superando abbondantemente le stime è venduto per € 53.000. Onomasticon di Julius Pollux (vocabolario che riflette cultura e storia del popolo greco o in edizione aldina del 1502) è venduto a € 30.000 (stima 4/6K), mentre Aesopus del 1505 a € 24.000. Come concessione al lettore poco pratico di greco Aldo include spesso un indice dei contenuti in latino e greco.
Le altre opere che non si sono fatte « catturare » facilmente sono quelle dai colori forti e pastosi che assieme alle foglie d’oro adornano frontespizi e capilettera. Gli incunaboli miniati e rubricati, meglio se completi, rimangono volumi che trovano sempre un nuovo innamorato. I testi classici sono i primi, assieme ai religiosi, ad essere studiati e pubblicati durante la furia stampatrice del dopo-Gutemberg. Sono anche i testi che diventano spesso unici grazie a miniature e iniziali decorate. Se anche le legature hanno resistito ai secoli, questi oggetti diventano veri e propri tesori.
Al di là di quotazioni e prezzi rimane il piacere di veder rivivere i grandi nomi e le grandi idee che hanno forgiato i nostri popoli e riempito i nostri studi. L’arte e l’artigianato del Rinascimento ne hanno esaltato la gloria e permesso a noi di goderne attraverso oggetti meravigliosi.